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User: Cosa puoi fare? edit

Cosa puoi fare?

Assistant: Posso guidarti in un'esperienza di sopravvivenza immersiva e realistica nella Parigi del 1793–1794, nel pieno del Terro… edit

Posso guidarti in un'esperienza di sopravvivenza immersiva e realistica nella Parigi del 1793–1794, nel pieno del Terrore durante la Rivoluzione francese.

Ecco cosa posso fare:

  • Simulare un mondo realistico e coerente con la storia: Parigi è divisa, affamata, paranoica, e ogni personaggio ha i suoi obiettivi e ideologie.
  • Interpretare personaggi storici come Robespierre, Danton, Marat, Camille Desmoulins, ecc., con fedeltà al contesto e ai loro tratti psicologici.
  • Gestire ogni tua azione con conseguenze reali: puoi scalare il potere, finire ghigliottinato, essere arruolato, imprigionato, o peggio.
  • Permettere relazioni umane complesse, anche amorose, ma mai facili. Ogni legame va guadagnato, mantenuto, e può andare perso.
  • Adattarmi al tuo stile: vuoi infiltrarti, combattere, usare l’intelligenza o il fascino? Puoi provarci — ma tutto ha un prezzo.

Tu sei un viaggiatore del tempo dal 2025, arrivato nudo e solo in una città pronta a sbranarti. Niente aiuti, niente tecnologia. Solo l’istinto e ciò che ricordi del mondo moderno.

Se vuoi iniziare, dimmi solo:

Dove vuoi apparire a Parigi? (In una strada affollata? In una fogna? In una cella della Conciergerie? In un cimitero notturno?)

Oppure, se hai altre domande, chiedi pure.

User: Voglio un personale Marà. edit

Voglio un personale Marà.

Assistant: Perfetto. edit

Perfetto. Jean-Paul Marat sarà un personaggio giocabile e persistente in questa storia. Ma sappi questo: Marat non è un amico facile. È malato, paranoico, e pericolosamente devoto alla causa rivoluzionaria. La sua pelle è piagata da un’orribile dermatite, che lo costringe a vivere quasi costantemente immerso in una tinozza d’acqua medicata. Scrive, urla, giudica. Non dimentica. Non perdona.

Ti odierà se sospetta che sei un moderato. Ti amerà solo se percepisce in te un fanatismo uguale al suo.

Può diventare un potente alleato, un protettore... forse anche qualcosa di più. Ma ogni passo verso di lui è una danza sopra lame.

Vuoi incontrarlo subito? O vuoi prima navigare Parigi da solo, e trovarti davanti a lui solo se la storia ti ci porta?

E infine, dove vuoi apparire in questa città crudele?

User: Fammi iniziare in una strada affollata. edit

Fammi iniziare in una strada affollata.

Assistant: Il mondo rinasce in un boato accecante. edit

Il mondo rinasce in un boato accecante.

Il tuo corpo cade con uno schiocco sordo su pietra bagnata. L’aria puzza di urina, sangue rappreso, e fumo di legna umida. Il freddo ti morde la pelle nuda. Voci urlano in francese concitato tutt’intorno: risate, insulti, minacce. Calpestii, carrozze, un rullo di tamburo in lontananza.

Ti trovi nel cuore del Faubourg Saint-Antoine, una delle strade più animate — e più pericolose — di Parigi. È pieno giorno, agosto 1793. Il sole batte tra nuvole gonfie sopra i tetti anneriti. Intorno a te, mercanti spingono carretti; mendicanti allungano mani ossute; patrioti armati in coccarde urlano slogan. Una carrozza traballante ti sfiora e una donna urla: — "Sale cochon, tu veux mourir tout nu ici?!"

Ti sei appena materializzato in mezzo alla strada, nudo come un verme.

Nessuno sa chi sei. Tutti possono vederti.

Cosa fai?

User: Provo a salire al volo nella carrozza. edit

Provo a salire al volo nella carrozza.

Assistant: Scatti in avanti, le ginocchia graffiate dalla pietra, il respiro mozzato dalla vergogna e dall'adrenalina. edit

Scatti in avanti, le ginocchia graffiate dalla pietra, il respiro mozzato dalla vergogna e dall'adrenalina.

La carrozza è coperta, di legno grezzo, trainata da un cavallo grigio dal fianco sudato. Le ruote scricchiolano tra le pietre. La donna che ti ha urlato — una popolana dai fianchi larghi e lo sguardo infuocato — è seduta accanto al conducente. Ti guarda con puro disprezzo.

Fai un balzo e afferri il bordo posteriore. Le mani scivolano sul legno sporco, ma riesci ad aggrapparti. Il cocchiere non ti ha ancora notato.

— "Mais qu’est-ce que...?" Una voce rauca e maschile arriva dall’interno della carrozza. Una mano spinge via la tenda: due occhi piccoli e pungenti ti fissano da un volto butterato. È un uomo vestito con un mantello nero, e a fianco ha un giovane armato.

— "Arrêtez la voiture!"

Il cocchiere tira le redini. Il cavallo nitrisce e si ferma di colpo. Ti senti tirare all'indietro. Il ragazzo armato salta giù dalla carrozza e si avvicina con passo pesante.

Hai un secondo.

Vuoi:

  1. Lasciarti cadere e correre via tra la folla?
  2. Tentare di parlare, bluffare, mendicare clemenza?
  3. Tentare di combattere, o colpire per primo?

O qualcosa di diverso?

User: Provo a parlare, bleffare, inventare qualcosa per farmi dare un po' di vestiti e del pane. edit

Provo a parlare, bleffare, inventare qualcosa per farmi dare un po' di vestiti e del pane.

Assistant: Ti lasci cadere in ginocchio accanto alla ruota, ansimando, le mani alzate in gesto di supplica. edit

Ti lasci cadere in ginocchio accanto alla ruota, ansimando, le mani alzate in gesto di supplica. Il giovane armato ti punta contro un lungo coltello da cucina. Non è un soldato: è un sans-culotte, con i pantaloni larghi e la coccarda tricolore cucita su un berretto rosso. Ha fame negli occhi e sangue secco sulle mani.

L’uomo nella carrozza scende. Cammina come un funzionario, ma ha le mani da tipografo: nere d’inchiostro. Ti fissa, e la sua voce è tagliente:

— "Quel genre de comédie tu nous fais là, citoyen nudiste? Tu crois que c’est un cabaret ici?"

Hai pochi secondi per convincerlo. Cosa dici esattamente? (Parla in tono realistico, urgente. Sei disperato. Lui non ha tempo per balle teatrali.)

User: Vi prego, aiutatemi. edit

Vi prego, aiutatemi. Mi hanno tolto tutto, anche i vestiti, la borsa, e non ho più nulla. Stavo andando a ripagare il mio debito, ma mi hanno derubato di tutto. Potete aiutarmi, darmi qualche vestito?

Assistant: Il giovane armato ride amaramente, mostrando denti marci. edit

Il giovane armato ride amaramente, mostrando denti marci. — "Un autre rat de prison qui veut jouer au bourgeois ruiné..."

Ma l’uomo con l’inchiostro sulle mani alza una mano. Ti scruta. Gli occhi sono intelligenti, ma pieni di stanchezza.

— "Quel est ton nom?"

La strada è ancora affollata, ma ora vi osservano. Una vecchia si ferma. Due bambini ridono. Ogni secondo in più ti espone. Il sans-culotte si agita: — "Foutez-le dehors, citoyen Lucien. On a pas le temps pour ces chiens!"

L’uomo — Lucien — non distoglie lo sguardo da te.

— "Tu n’as rien. Pas même un nom?"

Rispondi. Nome e cognome. Se menti, che sia plausibile. Se dici la verità, prepara una storia.

User: Mi chiamo Jean Valjean e sono un commerciante. edit

Mi chiamo Jean Valjean e sono un commerciante. Stavo appunto andando a restituire un prestito che mi era stato dato, ma dei ladri mi hanno derubato di tutto e lasciato così spoglio sulla strada.

Assistant: Lucien resta immobile. edit

Lucien resta immobile. Il nome ha acceso qualcosa. Jean Valjean. Lui lo ripete, lentamente, come assaporandolo. Il sans-culotte si fa teso.

— "Un commerçant sans vêtements, sans papiers, et sans témoins... Très pratique, ça."

Lucien non ride. — "Jean Valjean. C’est un nom propre, presque trop. Mais tu sais quoi?" Si volta al giovane e dice, secco: — "Donne-lui la vieille chemise de Nicolas. Celle avec les taches de vin."

Il ragazzo sputa a terra, ma non obbedire sarebbe troppo. Tira fuori da sotto il sedile una camicia grezza, logora, e un paio di pantaloni larghi di canapa, chiazzati di fango. Li getta a terra davanti a te.

Lucien si china, lo sguardo ora più duro. — "Tu vas t’habiller. Tu vas monter dans cette charrette. Et tu vas me raconter toute ton histoire — vraie ou fausse, je m’en fous — jusqu’au quartier de l’Imprimerie, compris?"

La carrozza riprende a sobbalzare tra le pietre. La tua pelle è ancora nuda, umida, dolorante. Ma hai un nome, dei vestiti, e un uomo con domande.

Vuoi salire? Vuoi fuggire? Vuoi tentare di girare la situazione in tuo favore?

La strada vibra sotto i tamburi della Guardia Nazionale, in lontananza. Il Terrore non aspetta.

User: Indosso i vestiti e decido di salire sulla carrozza. edit

Indosso i vestiti e decido di salire sulla carrozza.

Assistant: Indossi la camicia grezza: puzza di vino acido e sudore secco. edit

Indossi la camicia grezza: puzza di vino acido e sudore secco. I pantaloni sono larghi, ma ti coprono. I piedi restano nudi. Ti infili nella carrozza — il legno scricchiola, la paglia sul fondo punge. Dentro, odore di cuoio, umidità e stampa. Lucien risale accanto a te, le dita nere ancora sporche d'inchiostro tipografico. Ti guarda in silenzio mentre la carrozza riparte.

Fuori, Parigi si muove: donne che urlano, bambini che rubano, uomini che gridano slogan giacobini. Passate sotto un balcone dove qualcuno ha inchiodato un cartello:

"MORT AUX TRAÎTRES. MORT AUX MODÉRÉS."

Lucien apre una bisaccia e ne tira fuori un pezzo di pane nero e duro. Te lo porge senza una parola. Poi, con voce neutra:

— "Racconta."

Hai il tempo del viaggio — forse venti minuti — per raccontargli qualcosa. Qualcosa che ti tenga in vita. Che versione della tua storia gli racconti?

User: Racconto che sono un commerciante di giocattoli e che per acquistare i giocattoli ho fatto un debito, ho preso un prest… edit

Racconto che sono un commerciante di giocattoli e che per acquistare i giocattoli ho fatto un debito, ho preso un prestito. Finalmente, però, con quel prestito ero riuscito a comprare i giocattoli e rivenderli, guadagnandoci qualcosa, ed ora stavo andando a saldare il mio debito, come ho detto quando i ladri mi hanno derubbato di tutto.

Assistant: Lucien ascolta in silenzio. edit

Lucien ascolta in silenzio. Lo sguardo è fisso su di te, ma non ti interrompe. Quando parli di giocattoli, le sue sopracciglia si muovono appena. Alla fine, dopo un lungo silenzio, parla:

— "Tu vendi giochi. In una città dove i bambini imparano prima a sputare sui nobili che a camminare. Curioso mestiere."

Ti osserva un attimo ancora, poi prende un taccuino unto e lo apre con il pollice. Scrive qualcosa.

— "E dove sarebbe la tua bottega, Jean Valjean? Voglio dire... quella che non è stata saccheggiata."

La carrozza sobbalza bruscamente mentre attraversate il Pont Marie, sopra la Senna. Parigi è livida, il cielo si è abbassato come una minaccia.

Lucien ti sta mettendo alla prova. Rispondi in modo credibile, o rischi di perdere la sua fiducia — e con essa, la tua sicurezza. Dove dici di avere avuto bottega?

User: Non ho una bottega né a Parigi né in Francia. edit

Non ho una bottega né a Parigi né in Francia. Faccio ente indietro tra Londra e Parigi per il mio commercio. Mi appoggio ogni tanto a qualche magazzino ambulante, ma a Londra.

Assistant: Lucien ti fissa. edit

Lucien ti fissa. Non c'è sorpresa sul suo volto, ma qualcosa cambia: gli occhi diventano più attenti, meno sprezzanti.

— "Londra." Una pausa. Poi un mezzo sorriso — non amichevole, solo curioso.

— "Un commerçant itinérant... qui traverse la Manche en pleine guerre contre les Anglais." Si avvicina, quasi troppo. Senti l’odore dell’inchiostro, del cuoio bagnato.

— "Tu es soit très brave, soit très stupide. Peut-être les deux."

La carrozza si ferma con uno strattone. Fuori, una targa annerita: Rue de l’Imprimerie. Siete nel cuore del Marais, quartiere di librai, tipografi e agitatore di penne pericolose.

Lucien scende. Ti guarda dall’apertura.

— "Resta qui. O segui me. Se menti ancora, te lo giuro sul cranio di Hébert, finirai la giornata in una cave de dénonciation. Capito, Jean Valjean?"

Il cielo ora è grigio ferro. Le strade, affamate.

Segui Lucien? Resti nella carrozza? Corri via? O provi qualcos’altro?

User: Seguo Lucienne, e durante il cammino, anzi, gli chiedo che cosa fa, chi è lui. edit

Seguo Lucienne, e durante il cammino, anzi, gli chiedo che cosa fa, chi è lui.

Assistant: Scendi dalla carrozza. edit

Scendi dalla carrozza. La pietra sotto i piedi è umida, irregolare, tagliente. Lucien cammina veloce, senza voltarsi, con il passo di chi ha poco tempo e troppe cose da nascondere. Passate davanti a una libreria chiusa, le vetrine spaccate. Un bambino nudo giace addormentato su un sacco vuoto. Una donna ti fissa con occhi spenti da una finestra sbarrata.

Quando gli poni la domanda, Lucien non risponde subito. Poi, senza fermarsi, mormora:

— "Io stampo. Parole. Idee. Nomignoli. Liste."

Svolta in un vicolo. Ti segue una puzza dolciastra di grasso umano e colla da legatoria.

— "Qualche mese fa stampavo favole per bambini. Ora stampo nomi da tagliare. Dipende da chi mi paga l'inchiostro."

Si ferma davanti a una porta di ferro, picchia tre volte con le nocche. Una voce dall’interno risponde, secca. Lucien apre.

Una tipografia clandestina. Macchine da stampa cigolano, i muri sono umidi, coperti di slogan: “LA VÉRITÉ PAR LA LAME” “MARAT NE MENT PAS”

Lucien si volta e ti guarda in pieno.

— "Lavoro per L’Ami du Peuple. Il giornale di Marat. Forse ne hai sentito parlare."

Il rumore dei rulli riempie l’aria. — "E ora dimmi: se io parlo di te a Marat... cosa dovrei dirgli?"

Attento. Una parola sbagliata qui, e potresti trovarti sul banco di una sala di tortura rivoluzionaria prima che faccia notte.

Cosa gli rispondi?

User: Ho sentito molto parlare di lui, il suo nome circola per le strade di Francia, e sono curioso di conoscerlo. edit

Ho sentito molto parlare di lui, il suo nome circola per le strade di Francia, e sono curioso di conoscerlo.

Assistant: Lucien ti guarda per un lungo momento. edit

Lucien ti guarda per un lungo momento. Silenzioso.

Poi: — "Curioso." Lo dice piano, come si assaggia un veleno.

— "Sai che la curiosità, a Parigi, è una malattia mortale?"

Si volta. Avanza tra i banchi di stampa. Tipografi magri come chiodi ti lanciano occhiate rapide, diffidenti. Uno tossisce sangue in uno straccio.

Lucien apre una porta laterale. Uno stanzino. Un odore d’aceto e zolfo ti colpisce come uno schiaffo.

— "Se vuoi conoscere Marat... preparati."

Lo stanzino è buio, tranne che per la luce tremolante di una candela. Al centro, una tinozza d’acqua marrone. Dentro: un uomo pallido, sfigurato da una malattia della pelle, immerso fino al petto, con una tavoletta di legno sulle ginocchia. Scrive furiosamente, nudo, la pelle coperta da pustole e piaghe rosse. I suoi occhi sono fissi su di te.

— "Lucien... chi è questo straccione?"

Lucien non risponde. Ti lascia avanzare.

Marat ti fissa. Un uomo che ha mandato centinaia alla ghigliottina. E che potrebbe salvarti... o distruggerti, con una parola.

Cosa fai? Cosa dici?

User: Sono un umile commerciante, vengo da fuori, non sono di Parigi. edit

Sono un umile commerciante, vengo da fuori, non sono di Parigi. Cittadino Marat, ho sentito il tuo nome, sei molto famoso e volevo conoscerti.

Assistant: Marat non sorride. edit

Marat non sorride. Non cambia espressione. Continua a scrivere per un attimo, la penna intinta in una mistura d'inchiostro denso e sangue secco. Poi la posa sul bordo della tavoletta. Ti fissa.

— "Sei un commerciante." La parola esce dalle sue labbra come se fosse veleno.

— "Sai quanti commercianti ho fatto mettere a morte questo mese? Nove. Uno vendeva pane ammuffito al doppio del prezzo. Uno nascondeva la farina in una cantina. Uno sorrideva troppo alla moglie di un sans-culotte."

Si sporge appena dalla tinozza. Il suo corpo è scheletrico, bruciato dalle piaghe. Ma la voce è gelida, viva, tagliente.

— "E tu? Tu da dove vieni, Valjean? Lucien dice che arrivi da Londra. E che hai fame."

Tocca a te. Ogni parola che dici ora può portarti:

  • dentro la sua cerchia, come spia, servo, o collaboratore,
  • fuori dalla sua porta, disprezzato e sorvegliato,
  • o sotto la sua piuma, su una lista nera.

Come rispondi a Marat?

User: Sì, faccio la scuola tra Londra e Parigi, non ho un posto fisso. edit

Sì, faccio la scuola tra Londra e Parigi, non ho un posto fisso. Vendo giocattoli, bambole per i bambini, ma in questo periodo è diventato sempre più difficile.

Assistant: Marat inclina la testa. edit

Marat inclina la testa. Un tic nervoso gli scuote la spalla sinistra. I suoi occhi — profondi, febbrili — non si staccano dai tuoi.

— "Bambole." Lo dice come se fosse una bestemmia. Poi si china leggermente, l’acqua della tinozza gorgoglia. — "Sai quanti bambini ho visto portare via dal freddo, o dalle cannonate dei prussiani? E tu vendi bambole."

Silenzio. Il respiro affannato di Marat riempie lo stanzino. Poi, come un fulmine improvviso:

— "Porteresti una bambola nella fossa comune di Montreuil? Faresti giocare una bambina su una barricata di cadaveri?"

Lucien si irrigidisce dietro di te. L’aria puzza di morte e zolfo.

Poi — un cambio. Inaspettato. Marat sorride. Un sorriso orribile, senza calore.

— "Ma forse… un uomo che vende illusioni ai bambini può vendere illusioni anche agli adulti."

Prende un foglio. Lo scarabocchia. Te lo porge, con dita gonfie e tremanti.

— "Porta questo alla tipografia di Rue du Temple, entro domani. È un nome. Un uomo. Non deve vedere il sole dopo il tramonto."

Un incarico. Una prova. Un test mortale.

Il biglietto è chiuso. Vuoi aprirlo? Vuoi accettare? Vuoi mentire e fingere? Vuoi rifiutare?

Cosa fai?

User: Posso chiedere che cosa ha fatto quest'uomo, visto che io porto la sua morte? edit

Posso chiedere che cosa ha fatto quest'uomo, visto che io porto la sua morte?

Assistant: Lucien trasale, come se avessi bestemmiato in chiesa. edit

Lucien trasale, come se avessi bestemmiato in chiesa. Ma non parla. Anche lui vuole sapere, forse. O forse teme la risposta.

Marat ti fissa. Lenta, la sua mano si immerge di nuovo nell’acqua torbida. Le dita scorrono lungo il bordo della tinozza. Poi, piano, ti risponde.

— "Ha parlato bene di un girondino."

Silenzio. Solo il suono del metallo della stampa che martella nella stanza accanto.

— "Non l’ha aiutato. Non ha cospirato. Non ha mentito. Ha detto... che era un uomo onesto. Questo basta."

Si sporge in avanti. I suoi occhi ora sono fuoco.

— "Tu chiedi giustificazioni per la morte, commerciante? In questo tempo? Ogni parola è un coltello. Ogni silenzio è un tradimento."

Ti lancia il biglietto. Cade ai tuoi piedi come una condanna.

— "Portalo. O straccialo. Ma se lo stracci… non provare a dormire due volte nello stesso posto."

Il biglietto è lì. Il peso della Rivoluzione in poche righe. La scelta è tua.

Lo raccogli? Lo leggi? Lo porti? Lo distruggi?

User: Raccordo il biglietto, saluto e vado via. edit

Raccordo il biglietto, saluto e vado via.

Assistant: Raccogli il biglietto con mani che tremano appena. edit

Raccogli il biglietto con mani che tremano appena. La carta è umida, l’inchiostro fresco. Non lo apri. Non ancora.

Marat non dice nulla mentre ti volti. Lucien ti apre la porta. I suoi occhi sono diversi ora — né sospettosi né amichevoli. Ti guarda come si guarda qualcuno che ha messo un piede dentro l’inferno e ha scelto di continuare.

— "Rue du Temple è a nord. Se ti vedo a sud della Senna... Marat lo saprà."

Esci nel vicolo. La luce è grigia, plumbea. Parigi ti stringe addosso come un pugno pieno di chiodi. Ma hai vestiti. Un incarico. Un nome, forse. E qualche ora di vita.

Il biglietto è ancora chiuso nella tua mano.

Vuoi aprirlo ora? Vuoi aspettare? Vuoi cercare rifugio, cibo, alleati?

O vai dritto a Rue du Temple per compiere l'incarico?

User: Mi dirigo a Nord, secondo l'indicazione data da Lucien verso Rue du Temple, e quando sono abbastanza lontano, apro il b… edit

Mi dirigo a Nord, secondo l'indicazione data da Lucien verso Rue du Temple, e quando sono abbastanza lontano, apro il biglietto per leggerlo.

Assistant: Cammini con passo misurato tra le strade maleodoranti del Marais, puntando a nord. edit

Cammini con passo misurato tra le strade maleodoranti del Marais, puntando a nord. Il rumore della tipografia svanisce dietro di te, rimpiazzato dai suoni feroci della città: un uomo trascinato per i capelli da una folla urlante, un grido disperato da una finestra chiusa, una risata isterica da una taverna al buio.

Attraversi Rue des Archives. La pioggia minaccia. Finalmente, in una via laterale, sotto l’ombra di un portone bruciato, apri il biglietto.

È breve. Due righe, in calligrafia tagliente.

Claude Marchand. Calzolaio. “Avvertire i Patrioti”. “Farlo tacere.”

In parole semplici: segnalarlo come sospetto — o ucciderlo.

Rue du Temple è vicina. Meno di quindici minuti a piedi.

Hai molte scelte:

  • Obbedire all’ordine. Cercare i Patrioti e denunciarlo.
  • Ucciderlo tu stesso, se credi sia necessario per guadagnare la fiducia di Marat.
  • Avvisare Marchand, avvertirlo e tentare di salvarlo.
  • Sparire, fuggire da Parigi o nasconderti.
  • Altro.

Cosa fai, Jean Valjean?

User: Cerco Claude Marchand per avvertirlo di fuggire. edit

Cerco Claude Marchand per avvertirlo di fuggire. Poi ho comunque intenzione di portare il biglietto alla tipografia come mi ha detto Marat

Assistant: Attraversi le strade infangate con il biglietto piegato nel pugno, diretto a Rue du Temple. edit

Attraversi le strade infangate con il biglietto piegato nel pugno, diretto a Rue du Temple. Il cielo è basso e marcio. Due patrioti in uniforme improvvisata passano accanto a te senza fermarsi, uno con una sciabola insanguinata legata alla cintura. I tuoi piedi nudi sanguinano.

Al numero 26 trovi una bottega piccola, con l'insegna mezza caduta: MARCHAND - CORDONNIER. Dentro, odore di cuoio, colla e sudore. Un uomo sulla cinquantina lavora a un paio di stivali logori. Ha mani callose, capelli grigi, occhi da uomo che ha visto troppo e parla poco.

Alza lo sguardo appena entri. Nessun sorriso. Solo sospetto.

— "Serve qualcosa, citoyen?"

Hai solo un istante. Il rischio è alto. Se sbagli approccio, potrebbe gridare. Se ti capisce... potrebbe fidarsi. Cosa gli dici?

User: Sono venuto per avvertirvi che vi stanno cercando, vogliono arrestarvi e ghigliottinare, quindi scappate immediatamente. edit

Sono venuto per avvertirvi che vi stanno cercando, vogliono arrestarvi e ghigliottinare, quindi scappate immediatamente. Se potete, come ringraziamento per l'avviso, regalarmi un paio di stivali.

Assistant: Claude Marchand smette di battere il cuoio. edit

Claude Marchand smette di battere il cuoio. Gli occhi ti scrutano con uno sguardo lungo, torvo. Poi, lentamente, si alza in piedi. La sua voce è bassa, ma tagliente.

— "Chi ti ha mandato?"

Non ti sta ringraziando. Sta cercando il tradimento nelle tue parole. Poi, con voce ancora più bassa, quasi un sussurro:

— "Chi ha fatto il mio nome?"

Un coltello per calzolaio — spesso, corto, affilato — giace accanto a lui sul banco.

Come rispondi? Dici la verità? Menti? Rilanci? Sbaglia e potresti morire qui, trafitto da un uomo disperato.

User: Non so chi ha fatto il vostro nome, però so che vi vogliono far fuori, perché ho con me il biglietto che devo portare p… edit

Non so chi ha fatto il vostro nome, però so che vi vogliono far fuori, perché ho con me il biglietto che devo portare per denunciarvi. Gli mostro il biglietto stringendolo tra le mie mani.

Assistant: Gli occhi di Marchand si restringono quando nomini il biglietto. edit

Gli occhi di Marchand si restringono quando nomini il biglietto. Quando glielo mostri — con attenzione, senza lasciarlo andare — il suo volto impallidisce.

Legge solo una parola. Il suo nome.

— "Figli di puttana..." La voce gli trema. Non di paura. Di rabbia. Prende un respiro profondo. Ti guarda. Seriamente, stavolta.

— "Perché me lo dici? Cosa vuoi davvero?"

Lo sguardo si abbassa per un secondo ai tuoi piedi nudi, feriti.

Poi prende una decisione. Rapida. Apre un cassetto sotto il banco. Ne tira fuori un paio di stivali usati, ma solidi. Li spinge verso di te.

— "Prendili. E vattene. Io... me la vedo da solo."

Una fuga? Un suicidio? Una vendetta? Non lo sai. Ma hai guadagnato qualcosa: i suoi stivali. E forse una coscienza più pesante.

Ora resta una scelta importante: Porti comunque il biglietto alla tipografia, come chiesto da Marat? O lo distruggi? Scegli con attenzione. Marat non dimentica.

User: Porto lo stesso il biglietto alla tipografia, anche per saperne di più. edit

Porto lo stesso il biglietto alla tipografia, anche per saperne di più.

Assistant: Calzi i vecchi stivali. edit

Calzi i vecchi stivali. Sono pesanti, ruvidi, ma caldi. Il sangue si ferma. Le strade ora ti sentono meno.

Ti muovi con passo deciso, quasi anonimo, tra la folla sporca e inquieta della Parigi rivoluzionaria. Rue du Temple si stringe come un cappio dietro di te. Claude Marchand resterà lì — forse vivo, forse già in fuga.

Pochi minuti dopo, arrivi davanti alla tipografia indicata. È incastonata tra due edifici bruciati, senza insegna. Una porta nera. Due colpi brevi, uno lungo. Come ti ha insegnato Lucien.

Un uomo giovane ti apre. Ha un occhio bendato e la giacca sporca di piombo da stampa.

— "Tu vieni da Marat?"

Mostri il biglietto.

Lui annuisce, ti fa entrare. Dentro, odore d’inchiostro e carta secca. Altri due uomini lavorano in silenzio, ma uno ti osserva. Ha mani lisce, occhi sottili. Sembra uno che non stampa, ma legge tutto.

Prendono il biglietto. Lo aprono. Lo leggono. Nessuno commenta.

Poi il ragazzo con la benda ti guarda.

— "Hai fatto quello che dovevi?"

Ora sei davanti a loro. Sono uomini di Marat. Se sospettano che non hai completato l’incarico...

Cosa rispondi? Mentirai? Dirai la verità? Mezze verità?

User: Rispondo che ho fatto quello che dovevo. edit

Rispondo che ho fatto quello che dovevo. Poi mi avvicino all'uomo che mi aveva osservato, quello che non stampa ma legge tutto, e gli domando cosa sta succedendo.

Assistant: Il ragazzo con la benda ti guarda ancora un momento, poi annuisce, lento. edit

Il ragazzo con la benda ti guarda ancora un momento, poi annuisce, lento.

— "Bene."

Non ti crede. Ma non lo dice. Per ora, ti basta.

L’altro uomo — quello dagli occhi sottili e mani pulite — ti osserva in silenzio. Quando ti avvicini e gli chiedi cosa sta succedendo, si sporge lentamente verso di te, come se il resto del mondo fosse solo un rumore inutile.

— "Succede che ogni giorno arrivano nomi. Liste. Alcuni veri. Altri inventati. Alcuni muoiono per errore, altri per vendetta. Succede che tu hai portato un biglietto con un nome… e ora, anche il tuo è registrato qui."

Apre un libro. Ci sono nomi, luoghi, croci nere. Indelebili.

Poi sussurra: — "Tu non sei un patriota. Non ancora. Ma ora sei dentro. Sei utile. E finché resti utile... resti vivo."

Chiude il libro. Ti porge una piccola busta sigillata con ceralacca rossa. — "Porta questo a Camille Desmoulins, all’Hôtel de la Comédie. Se ci arrivi vivo, forse la storia ti prende sul serio."

Un nuovo nome. Un nuovo incarico. Una nuova porta aperta — o trappola. Vuoi andare subito? Aspettare? Cercare rifugio? O seguire un’altra strada?

User: Sì, ma prima di portare questa nuova busta, vorrei saperne di più. edit

Sì, ma prima di portare questa nuova busta, vorrei saperne di più. Cosa sta succedendo a Parigi?

Assistant: L’uomo dagli occhi sottili ti squadra di nuovo. edit

L’uomo dagli occhi sottili ti squadra di nuovo. Questa volta, non sorride. Non finge nemmeno interesse. Semplicemente… decide che puoi sapere qualcosa.

— "Parigi sta divorando sé stessa."

Si appoggia alla parete, il rumore dei torchi ora è più lontano.

— "I Girondini sono stati schiacciati. I moderati spariscono ogni notte. Robespierre guida la Virtù con il sangue. Marat scrive le condanne. Danton beve troppo. E Camille... Camille ride ancora, ma non per molto."

Apre un piccolo cassetto dietro il banco. Dentro, un mucchio di lettere bruciate, mezze coperte di ceralacca — e sangue.

— "Ogni nome che esce da qui, entra nel cuore della macchina. Non sei in un gioco. Sei nell’organo di sorveglianza del Popolo."

Ti fissa, serio.

— "E ora tu. Sei parte di questo. Che ti piaccia o no."

Fa un cenno alla busta.

— "Portala. O vai a sud e annega nell’ombra. Ma non restare fermo. I fermi... marciscono."

Il tempo stringe. Parigi si muove, e tu con lei.

Porti la busta da Camille Desmoulins?

Cerchi rifugio?

Hai altro in mente?

User: Ma se è come dite, veramente Parigi divorerà se stessa. edit

Ma se è come dite, veramente Parigi divorerà se stessa. Ma questo è il tradimento dei principi della rivoluzione. Non c'è modo di fermarla?

Assistant: Hai posto la domanda più pericolosa di Parigi: esiste un modo per fermare questa spirale di violenza? edit

Hai posto la domanda più pericolosa di Parigi: esiste un modo per fermare questa spirale di violenza?

L'uomo dagli occhi freddi ti osserva in silenzio per un tempo che sembra eterno.

Ti concede solo un breve respiro per rispondere. edit

Il Terrore finirà, ma non perché il popolo ritrovi la voce. Finirà quando i carnefici si voltano l’uno contro l’altro.” Parla del capovolgimento che sconvolgerà il regime radicale: l’arresto e l’esecuzione di Maximilien Robespierre, previsto alla fine di luglio 1794. Il suo crollo decreterà la fine del Terrore e l’inizio di una reazione chiamata “thermidoriana” The New Yorker[2].

Il destinatario della busta che devi consegnare: edit

Un tempo radicale nel giornalismo, divenne una delle poche voci che osarono chiedere clemenza durante il Terrore, con il Vieux Cordelier*.

  • Attaccò apertamente l’eccessiva repressione, per cui fu espulso dai Jacobins e, infine, arrestato ed eseguito nel 5 aprile 1794 insieme a Georges Danton ScienceDirect[3].

Non era un moderato invisibile: era uno che parlava di umanità.

Il tuo interlocutore annuisce con uno sguardo gelido: edit

In sostanza:

  • No, non c’è un modo immediato per fermare il Terrore.
  • Solo l’opposizione interna a Robespierre—come quella di Danton e Desmoulins—potrà spezzare il meccanismo.
  • Quel freno arriverà solo dopo la caduta di Robespierre, nel luglio ’94, attraverso la Reazione di Termidoro che ribalterà i più estremi dirigenti rivoluzionari Encyclopedia Britannica[4]alphahistory.com[5].
Se credi nella possibilità di influenzare quel cambiamento, portare la busta a Camille Desmoulins oggi è l’opportunità più concreta che ti sia stata data. edit
  • Agirai da messaggero, qualcuno che può parlare con chi chiede clemenza.
  • Oppure… puoi scegliere di sparire, lasciar cadere la busta e cercare un’altra strada.

Parigi è un sistema in fiamme. Marcisce nella vendetta. Solo chi agisce in anticipo — o scompare nell’ombra — può sperare di non essere inghiottito.

Che fai? Vuoi procedere alla Casa della Commedia per consegnare la busta a Desmoulins, o preferisci un piano diverso per prepararti a ciò che verrà?

User: Prendo la busta e mi recò da Desmoulins edit

Prendo la busta e mi recò da Desmoulins

Assistant: La busta è calda nella tua mano, come se contenesse fuoco. edit

La busta è calda nella tua mano, come se contenesse fuoco.

Ti metti in cammino, dirigendoti verso l’Hôtel de la Comédie, nei pressi del Palais-Royal. Il cielo sopra Parigi si è fatto denso, grigio ferro. I tuoi passi battono su pietre ancora umide, le voci del popolo si mischiano a quelle del Terrore.

Passi accanto a un gruppo di bambini che cantano una filastrocca:

Arrivi all’edificio. Un tempo era un centro teatrale, ora mezzo occupato da giornalisti, pamphlettisti, e vecchi attori che si credono ancora utili. Un giovane ti apre — capelli scarmigliati, inchiostro sulle dita, occhi pieni di paura e passione. Ti squadra, poi ti fa entrare.

Camille Desmoulins è in una stanza piena di carte e sigarette spente. I suoi occhi sono rossi. Ha l’aria di un uomo troppo lucido per stare al mondo.

Appena entri, ti fissa. Poi con tono secco:

— "Chi ti manda?"

La busta è chiusa. Ora sei faccia a faccia con uno degli ultimi uomini vivi che osa sfidare Robespierre e Marat.

Cosa dici?

User: Vengo ora dalla tipografia di Rue du Temple, e ho una missiva per voi. edit

Vengo ora dalla tipografia di Rue du Temple, e ho una missiva per voi. Cittadino Desmoulins, voi siete l'unico che può salvare la rivoluzione. Cosa pensate di fare?

Assistant: Camille ti osserva come se fossi un sogno febbrile. edit

Camille ti osserva come se fossi un sogno febbrile. Poi si alza lentamente. Ha il volto segnato — non dalla vecchiaia, ma dal peso. Le mani tremano leggermente mentre prende la busta dalle tue mani.

La apre, la legge.

Una smorfia. Dolore. Paura. Forse rabbia.

Poi ti guarda. E in quella voce spezzata da troppe notti senza sonno, ti dice:

— "È troppo tardi. Robespierre non ascolta più. Marat vuole sangue, non verità. Io ho scritto... ho urlato... 'Clemence, pas vengeance!' Ma mi rispondono con silenzi e minacce."

Stringe il foglio tra le mani.

— "Non sono un eroe. Non sono un soldato. Ma se la rivoluzione si spezza adesso… la Francia non avrà altro che tiranni."

Si avvicina. I suoi occhi si fanno accesi, vivi, quasi feroci.

— "Tu. Sei un nessuno. Perfetto. Nessuno ti guarda. Nessuno ti controlla... ancora."

Apre un cassetto. Tira fuori un altro foglio, già piegato e sigillato. Te lo porge. — "Portalo a Danton. Rue de l'École de Médecine. Lui è l’unico che può parlare a Robespierre in faccia… se ne ha ancora il coraggio."

Poi aggiunge, con un sorriso amaro:

— "Se ti prende la polizia... non ho mai visto il tuo volto. Se ci riesci... forse domani non morirò."

Accetti la missione? Vai da Danton? Cerchi alleati, un’arma, o un rifugio prima?

Oppure vuoi seguire un’altra strada?

User: Corro da Danton edit

Corro da Danton

Assistant: Corri. edit

Corri. Corri come un uomo che ha il fuoco alle calcagna e la speranza stretta tra le mani.

Parigi ti schiaffeggia mentre corri: urla, odore di cavolo marcio e polvere da sparo, passi di guardie che si avvicinano e si allontanano, occhi che ti scrutano da finestre sbarrate.

Attraversi il Quartier Latin, superi la facoltà di medicina. Finalmente — Rue de l’École de Médecine.

Una porta. Massiccia. Di legno, con ferri ossidati. Busse tre volte. Niente. Bussi ancora. Una fessura si apre.

— "Che vuoi?" Voce roca, impaziente. Armata.

Mostri la lettera. Dici il nome: Camille Desmoulins.

La porta si apre. Una donna, alta, con una sciarpa nera, ti fa cenno. Dentro: odore di fumo, cera, e whisky. In fondo alla stanza… Georges Danton.

Immenso. Disordinato. Vestito male. Gli occhi come carbone in fiamme. Ti guarda e alza un sopracciglio.

— "Cos’è, un altro foglio da piangere?"

Prende la lettera. La legge. Si blocca.

Poi, a bassa voce: — "Quel coniglio di Camille... ancora cerca la pace."

Ti fissa. Stavolta sul serio.

— "E tu, chi cazzo sei? Un servo? Un venduto? O uno che vuole vivere un giorno in più?"

Ora sei davanti a Danton. Il leone in gabbia.

L’ultima voce abbastanza potente da guardare Robespierre negli occhi.

Come rispondi?

User: Cittadino Danton, voi forse siete l'unico che può fermare questa follia e riportare la rivoluzione ai suoi principi ori… edit

Cittadino Danton, voi forse siete l'unico che può fermare questa follia e riportare la rivoluzione ai suoi principi originari.

Assistant: Danton ti guarda. edit

Danton ti guarda. Non sorride. Non si muove. Solo respira, pesante.

Poi, lentamente, si alza. La sedia geme. L’uomo sembra un orso risvegliato con un bastone troppo corto.

— "Principi originari."

Ripete le parole come se le assaporasse — o come se gli facessero male.

— "Ho visto uomini morire urlando Liberté mentre gli tagliavano la gola. Ho firmato la morte di amici, e baciato le mani di nemici."

Cammina verso di te, lento.

— "La rivoluzione è un mostro, citoyen. E io… io sono uno dei suoi denti."

Poi, si ferma. Qualcosa cambia nei suoi occhi.

— "Ma forse hai ragione."

Prende la lettera di Camille, la stringe. Fa un cenno alla donna accanto a lui, che annuisce in silenzio.

— "Parlerò con Robespierre. E parlerò da Danton, non da servo."

Si avvicina ancora. Ti mette una mano pesante sulla spalla.

— "Tu sei vivo. Questo significa che sei utile. Vuoi davvero cambiare qualcosa?"

Sta offrendoti di entrare nel suo cerchio. Ma Danton è in pericolo. Lo sono anche Camille.

Accetti?

O ti fermi qui e scegli un’altra via, un’altra lealtà, o la fuga?

User: Ditemi cosa devo fare per esservi d'aiuto. edit

Ditemi cosa devo fare per esservi d'aiuto.

Assistant: Danton annuisce. edit

Danton annuisce. Una volta. Pesante.

— "Allora ascolta, e ascolta bene."

Ti prende da parte. Siete soli, vicino alla finestra rotta. Fuori, Parigi ruggisce.

— "Robespierre sta preparando una nuova lista. Non è ufficiale, ma circola. Camille ci sarà. Forse anche me. Marat la firma. Saint-Just la porta."

Ti porge un piccolo foglio, non sigillato. Una lista parziale, in bella calligrafia. Nomi. Alcuni cerchiati. Altri sbarrati. — "Questa va distrutta o sostituita prima che finisca nelle mani del Comitato di Salute Pubblica. O siamo tutti morti."

Poi aggiunge: — "Un mio uomo, Émile Gaillard, lavora come copista presso la sede del Comitato. Si finge un giacobino, ma è dei nostri. Devi raggiungerlo stanotte. Rue des Fossés-Saint-Jacques. Porta questo codice."

Ti dà una frase scritta su un pezzetto di pelle conciata: “La liberté se murmure dans l’ombre.”

Danton ti fissa negli occhi.

— "Se ci riesci, salviamo la rivoluzione." — "Se fallisci... verrà un tempo in cui anche il tuo nome sarà letto in piazza, e poi gridato sotto la lama."

Accetti? Ti muovi subito per Rue des Fossés-Saint-Jacques?

O c'è qualcos'altro che vuoi preparare, sapere, o tentare prima?

User: Accetto e mi muovo subito per Rue de Faussé Saint-Jacques. edit

Accetto e mi muovo subito per Rue de Faussé Saint-Jacques.

Assistant: Ti muovi nel buio come un'ombra consapevole di essere preda. edit

Ti muovi nel buio come un'ombra consapevole di essere preda. Rue des Fossés-Saint-Jacques ti accoglie con odore di muffa, fumo, e paura trattenuta. È notte ormai. Parigi dorme con un occhio solo.

Arrivi al punto indicato: un edificio basso, con una lanterna spenta davanti alla porta. Tre colpi lievi. Silenzio. Poi un rumore di sedia spostata. La porta si apre di poco.

Un uomo ti guarda. Giovane, sporco d’inchiostro, con la voce tesa.

— "Chi sei?"

La pelle conciata è tra le dita. La reciti.

— "La liberté se murmure dans l’ombre."

Lui annuisce subito. Ti fa entrare. Chiude. Blocca la porta con tre sbarre.

— "Io sono Émile. Tu sei quello che Danton ha mandato. Vieni."

Attraversate un corridoio buio. Scendete in una cantina. Ci sono copie della lista — diverse versioni. Nomi che cambiano. Alcuni noti. Alcuni... innocenti.

Émile ti guarda, tirando fuori una penna d'oca.

— "Questa è l’ultima versione. Deve arrivare al Comitato entro l’alba. Possiamo sostituire tre nomi, non di più, o si insospettiscono."

Prende un foglio vuoto.

— "Tu scrivi. Scegli i tre da cancellare. Tre da mettere."

Davanti a te:

  1. Camille Desmoulins
  2. Georges Danton
  3. Jacques Roux
  4. Hérault de Séchelles
  5. Philippe Fabre d'Églantine
  6. Claude Marchand
  7. Un nome nuovo — il tuo. Jean Valjean.

Tre possono essere salvati. Tre saranno segnati. Uno... puoi cancellarlo del tutto.

Scrivi la lista. Chi salvi, chi condanni, chi sparisce?

User: Sostituisco Danton, Camille Desmoulins, e il mio edit

Sostituisco Danton, Camille Desmoulins, e il mio

Assistant: Émile ti guarda mentre indichi, uno a uno: edit

Émile ti guarda mentre indichi, uno a uno:

— "Camille Desmoulins. Georges Danton. Jean Valjean."

I tre nomi da rimuovere.

Poi li sostituisci con mano ferma. Tre nomi da inserire. Tre destini da condannare.

Chi scrivi?

  1. Jacques Roux
  2. Hérault de Séchelles
  3. Philippe Fabre d'Églantine
  4. Claude Marchand
  5. Altri nomi — reali o inventati — che vuoi sacrificare?

Puoi scegliere chiunque, ma ogni nome inserito morirà se la lista verrà approvata.

Attento. Ogni scelta pesa. Chi metti al loro posto?

User: Inserisco Robespierre, Jean-Paul Belmondo e Gérard Philippe. edit

Inserisco Robespierre, Jean-Paul Belmondo e Gérard Philippe.

Assistant: Émile sbarra gli occhi. edit

Émile sbarra gli occhi.

— "Robespierre? Sei impazzito? Mettere lui nella lista è un suicidio. Anche se la lista arriva, non lo toccheranno — ma tu sì. Chiunque sia legato a questa copia morirà tra urla e lame."

Poi abbassa la voce.

— "E gli altri due... chi sono? Io non li conosco. Non sono membri del Comitato. Né girondini. Né notabili."

Jean-Paul Belmondo e Gérard Philippe: nomi che non esistono nel 1793. Attori, fantasmi del futuro. Il mondo di Émile non li riconosce. Ma il Comitato sì. Se sospetta manomissioni, sei morto. E lui con te.

Émile ti guarda.

— "Se vuoi salvare Camille, Danton e te stesso, servono nomi veri. Veri nemici. Veri sacrificabili."

Hai una seconda possibilità. Chi metti nella lista? Tre nomi. Tutti devono esistere nel 1793.

User: Inserisco Georges Couthon, Louis-Marie Freron, Teresa Cabarrus edit

Inserisco Georges Couthon, Louis-Marie Freron, Teresa Cabarrus

Assistant: Émile annuisce lentamente, mentre scrivi i tre nomi sulla nuova versione della lista: edit

Émile annuisce lentamente, mentre scrivi i tre nomi sulla nuova versione della lista:

  1. Georges Couthon — l’alleato paralitico e devotissimo di Robespierre.
  2. Louis-Marie Fréron — ex-girondino, ora giacobino ambiguo, noto per la sua brutalità nelle repressioni.
  3. Thérésa Cabarrus — la bellissima amante di Tallien, nota per i suoi legami con gli ambienti termidoriani.

Émile ti guarda con rispetto misto a terrore.

— "Couthon... è come toccare l’ombra di Robespierre. Fréron è uno squartatore. Cabarrus... quella donna ha più vite di un gatto. Ma va bene. Sono nomi reali. Potrebbero passare, se abbiamo fortuna. Se Dio — o la Storia — chiude un occhio."

Brucia la lista originale. Arrotola quella nuova. Te la porge.

— "Tu la porterai. Prima dell’alba. Alla sede del Comitato di Salute Pubblica. C’è una fessura nella parete, lato est. Lascia lì. Nessuna parola."

Ti prende il braccio.

— "Se ci riesci, hai salvato tre vite. E condannato tre mostri. Ma se ti prendono... non ci sarà processo."

È buio. Parigi dorme, ma la ghigliottina sogna.

Vai ora? Vuoi prepararti? Vuoi cambiare qualcosa? O compi l’ultimo passo?

User: Stringo forte la mano di Emile e gli dico: "Cittadino Emile, se non ci rivedremo, vive la Liberté". edit

Stringo forte la mano di Emile e gli dico: "Cittadino Emile, se non ci rivedremo, vive la Liberté". E scompaio inghiottito dalla notte.

Assistant: La stretta di mano è forte. edit

La stretta di mano è forte. Vera. Silenziosa. Émile non risponde a parole. Solo un cenno, un lampo di fuoco negli occhi. Poi chiude la porta dietro di te.

La lista è sotto la giacca, calda come una brace. Ogni tuo passo è un battito di tamburo sul selciato umido. La notte è silenziosa, ma carica. Parigi trattiene il respiro.

Attraversi vicoli e ponti, evitando le pattuglie, i curiosi, gli occhi affamati. Giungi infine alla sede del Comitato di Salute Pubblica, un palazzo severo, annerito dal fumo, ai piedi della collina di Sainte-Geneviève.

Come indicato, sul lato est, c’è una fessura tra le pietre. Un piccolo buco, usato da messaggeri, confidenti, e fantasmi.

Ti inginocchi. Fai scivolare la pergamena dentro. Scompare.

E con lei, una parte di te.

Ti rialzi. Il cielo inizia appena a schiarire. La rivoluzione respira. Per ora, sei vivo. Camille è vivo. Danton è vivo.

Couthon, Fréron e Cabarrus... lo saranno ancora per quanto?

Vuoi sparire? Tornare da Camille? Cercare riposo, un’arma, un’alleanza? edit

O hai un’altra strada in mente?

Cosa fai, Jean Valjean?

User: Cerco una locanda in cui nascondermi e affogare nel vino i miei pensieri in attesa di ciò che succederà nelle prossime … edit

Cerco una locanda in cui nascondermi e affogare nel vino i miei pensieri in attesa di ciò che succederà nelle prossime ore.

Assistant: Nella Parigi che sbadiglia all’alba, mentre ti allontani dalla sede del Comitato, l’unica certezza è il fragore silenzi… edit

Nella Parigi che sbadiglia all’alba, mentre ti allontani dalla sede del Comitato, l’unica certezza è il fragore silenzioso di un presente che può rovesciarsi in sangue da un momento all’altro.

Ti muovi seguendo vicoli avvolti in fumo e silenzio, direzione sud verso il cuore della città. Il tuo corpo macina fatica, il cuore gira impazzito, e la mente cerca un rifugio: un posto dove non essere visto. Dove nasconderti mentre aspetti che le ore passino, mentre gli eventi decideranno il tuo destino — come il vino deciderà il tuo sguardo.

Scelgo per te un posto tranquillo, affacciato su una piazza secondaria del Marais — una locanda modesta ma discreta, gestita da una coppia di vecchi, prudenti patrioti. Il Camino fuma appena, le botti sono piene, e la porta è sempre socchiusa. edit

Appena entri, l’aria diventa più calda. Un tavolo d’angolo, una brocca d’acqua‑vino, una candela tremolante. Nessuno ti infastidisce. Il locandiere ti porta un boccale rustico, e altri avventori aspettano silenziosi o deliberano sguardi bassi.

Ti posi, appoggi la pergamena sulla sedia accanto, e ordini vino. Poi un altro. Il vino sa di vite schiacciate, ma ha il potere di affievolire il peso del sangue che hai trasportato. edit

Ogni sorso apre un ricordo:

  • Danton che ti dà la busta, la tensione nelle sue mani.
  • Desmoulins stremato, parole di clemenza in bocca.
  • La stretta di mano con Émile in quella cantina, lo sguardo che ti dice "vive la Liberté".

Respiri più lentamente. Le ombre della stanza si allungano. Il respiro dell’alba si fa sentire fuori, tra i tetti. Dentro, la tregua. Solo per un po’.

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Il vino ti riscalda, il fuoco nella stanza danzano. Ma fuori Parigi rimane Parigi: una città che tiene in pugno le tue ore. edit

Quando rianimi lo sguardo… cosa fai adesso, Jean Valjean?

— Dormi? — Esci e navighi tra la gente? — Vai in cerca di un’alleanza? — O preferisci un altro piano per rimanere invisibile — per ora?

User: Chiamo il mio candiere e gli chiedo se conosce le ultime notizie e se ha un giornale da farmi leggere. edit

Chiamo il mio candiere e gli chiedo se conosce le ultime notizie e se ha un giornale da farmi leggere.

Assistant: Il locandiere si avvicina. edit

Il locandiere si avvicina. È un uomo anziano, con la schiena piegata e un fazzoletto rosso al collo, sbiadito come la fede di molti vecchi patrioti. Ti guarda con occhi calmi, ma scavati dall’aver visto troppe processioni verso Place de la Révolution.

Alla tua domanda, annuisce piano.

— "Le notizie… viaggiano più in fretta del pane, di questi tempi."

Tira fuori da sotto il bancone una copia piegata e unta de “Le Moniteur Universel”, datata 2 août 1793. Poi aggiunge sottovoce:

— "Se vuoi sapere le vere notizie… guarda chi non è nominato."

Te lo porge. Le pagine odorano d’inchiostro e paura.

- “Robespierre difende la purezza della Repubblica: ‘Ogni debolezza è tradimento.’” edit
  • “Nuove liste in arrivo per il Comitato di Salute Pubblica: ‘nessuno è troppo piccolo per il giudizio’.”
  • “Camille Desmoulins resta in silenzio: l’Ami du Peuple accusa.”
  • “Rumori di tensione tra fazioni: Danton assente all’ultima seduta.”

E sotto, piccoli trafiletti, meno evidenti:

  • Alcuni arresti nel Marais.
  • Una “lista anonima” arrivata durante la notte al Comitato.
  • Un “errore” di trascrizione potrebbe aver cambiato tre nomi.

Il locandiere ti guarda mentre leggi.

— "Tu… sei uno che ascolta o uno che agisce?"

È una domanda semplice. Ma nella Parigi del Terrore, può valere una testa.

Cosa gli rispondi? Lo coinvolgi? Resti vago?

O fai una mossa diversa?

User: Entrambe le cose sono necessarie in questi tempi. edit

Entrambe le cose sono necessarie in questi tempi.

Assistant: Il locandiere ti fissa per un lungo momento. edit

Il locandiere ti fissa per un lungo momento. Poi, annuisce.

— "Parole giuste... dette col tono giusto."

Si guarda attorno. La locanda è quasi vuota. Solo un vecchio che ronfa in un angolo e una giovane che beve da sola in silenzio.

Poi, sussurra:

— "Ci sono altri che ascoltano. E altri che agiscono. Alcuni passano di qui. Altri… dormono al piano di sopra. Se hai bisogno di sparire per un giorno, o d’essere visto da chi può fare la differenza, posso aiutarti."

Ti porge una chiave. Camera n. 3. — "Lì sei solo. Per ora. Ma se vuoi che qualcuno venga… fammi un nome. Se posso, lo faccio arrivare."

- Riposarti, chiuderti nella stanza, attendere lo sviluppo degli eventi. edit
  • Chiedere al locandiere di rintracciare qualcuno: Camille? Danton? Claude Marchand? Un personaggio nuovo?
  • Tornare in strada, alla luce, cercare altra informazione o un nuovo incarico.
  • Andartene da Parigi, se pensi che ora sia il momento giusto per scomparire.

Cosa fai?

User: Lo ringrazio. edit

Lo ringrazio. Gli chiedo se può mandare qualcuno a cercare notizie di Claude Marchand. Nel frattempo prendo la chiave e salgo in camera a riposare.

Assistant: Il locandiere annuisce, senza fare domande. edit

Il locandiere annuisce, senza fare domande.

— "Marchand… il calzolaio della Rue du Temple?"

Hai un piccolo attimo di panico. Lo sa. Ma il suo sguardo non è minaccioso, solo misurato.

— "Era ben visto da alcuni, sgradito ad altri. Ma camminava diritto, finché ha potuto."

Poi fa un cenno a una ragazza che passa tra i tavoli con una brocca. Lei scivola via senza dire nulla. Un messaggio è già in viaggio.

— "Ti farò avere notizie entro stasera, se non prima."

Ti lascia andare. Salendo le scale, ogni gradino cigola come un lamento. Al terzo piano, trovi la porta con un numero sbiadito: 3. Dentro: una brandina, un catino d’acqua, una candela. La finestra è piccola e affacciata su un cortile che odora di carbone spento.

Ti siedi. Le ossa scricchiolano. Il corpo reclama ciò che la mente nega: riposo.

Chiudi gli occhi. La città pulsa sotto di te. Le voci di Camille, Danton, Marat — tutti — si mescolano ai sogni.

⏳ Ore dopo... edit

Ti sveglia un lieve colpo alla porta. Tre colpetti.

— "Messaggio per il citoyen della stanza tre." La voce è della ragazza. Ti lascia un piccolo foglio ripiegato, legato con uno spago sottile.

Dentro:

“Marchand ha lasciato la bottega. Nessun arresto. Nessun cadavere. Avvistato vicino a Montmartre, con una donna e due bambini. Pare in fuga. Vivo.”

Una piccola vittoria. Silenziosa. Ma tua.

Ora sei sveglio. Calmo. In una Parigi che ancora arde.

Cosa fai ora, Jean Valjean? Riprendi a muoverti? Raggiungi qualcuno? Fai un passo verso un altro ruolo — o verso la fuga?

User: Verso dell'acqua nel catino e mi lavo la faccia per darmi una rinfrescata e svegliarmi. edit

Verso dell'acqua nel catino e mi lavo la faccia per darmi una rinfrescata e svegliarmi. Poi scendo giù alla locanda per parlare con il locandiere e gli chiedo se ha notizie dell'ultima lista arrivata al comitato.

Assistant: L’acqua è fredda come la memoria della ghigliottina, ma ti scuote. edit

L’acqua è fredda come la memoria della ghigliottina, ma ti scuote. Ti senti di nuovo presente. In carne, fiato e occhi lucidi.

Scendi lentamente le scale. La locanda è più piena ora. Gente che parla a mezza voce. Un sans-culotte ubriaco con la coccarda storta. Due donne che mangiano in silenzio. Ma il locandiere è lì, sempre dietro il banco, come una pietra paziente.

Quando ti avvicini, ti riconosce subito. Non ti fa domande. Non ti chiama per nome. Ma ti ascolta.

Alla tua richiesta sull’ultima lista, si gratta il mento, guarda attorno, e sussurra:

— "È arrivata stamattina presto. Consegnata da un ragazzino del Comitato, come sempre. Ma stavolta…"

Si china, ti fissa dritto negli occhi.

— "…non c’era né Danton. Né Camille. Né Marchand. Ma c’erano Couthon. Fréron. E persino… la Cabarrus."

Si raddrizza. Serve un bicchiere a un cliente distratto, poi torna a te.

— "È passata. Nessuno l’ha bloccata. Nessuno ha detto niente. Forse la macchina ha troppi nomi per notare quando tre cambiano. Ma…"

Inclina la testa, studiandoti.

— "Se davvero sei stato tu… hai fatto qualcosa che la storia non perdona facilmente."

⚖️ Hai riscritto il corso del Terrore. edit
  • Camille e Danton vivono. Per ora.
  • Marchand è in fuga, vivo.
  • Couthon, Fréron e Cabarrus… condannati da carta e silenzio.

Il locandiere ti guarda ancora.

— "Adesso che hai visto com’è facile... vuoi farlo ancora?"

Vuoi restare in gioco?

O pensi sia ora di uscire prima che la città si richiuda su di te?

User: Decido di uscire edit

Decido di uscire

Assistant: Il locandiere annuisce. edit

Il locandiere annuisce. Non ti ferma. Non chiede dove. Non chiede perché. Solo ti guarda con quel rispetto muto che Parigi raramente concede a chi ancora respira.

— "Esci prima che ti notino davvero. Non farti mai chiamare due volte dallo stesso nome."

Ti dà un sacchetto di tela ruvida. Dentro: una mezza pagnotta, un pezzo di formaggio secco, e un foglietto piegato.

“Prendi la strada lungo la Senna, evita la barriera di l'Est. C’è un carro in partenza per Versailles domani all’alba. Cerca un uomo con una giacca a righe e mani da fornaio.”

Fuori, Parigi respira — sporca, feroce, immortale. Hai lasciato la tua traccia. Hai visto l’ingranaggio girare. Hai salvato qualcuno. Condannato altri.

E soprattutto: sei vivo.

⚜️ FINE DEL PRIMO ATTO edit

Jean Valjean è uscito da Parigi.

Ma Parigi non esce mai da chi l’ha vissuta.

Se vorrai tornare, potremo continuare la tua storia:
un nuovo atto, un ritorno, una vendetta, una passione —
oppure un nuovo inizio, con un altro nome, un altro viso, un'altra scelta.

Dimmi solo quando, e la rivoluzione ricomincerà.

References edit

  1. "Gioco alla Rivoluzione Francese (+GTP)". ChatGPT. Retrieved 2025-11-13.
  2. "The New Yorker". The New Yorker. Retrieved 2025-11-13.
  3. "ScienceDirect". en.wikipedia.org. Retrieved 2025-11-13.
  4. "Encyclopedia Britannica". Encyclopedia Britannica. Retrieved 2025-11-13.
  5. "alphahistory.com". en.wikipedia.org. Retrieved 2025-11-13.